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#saverohingya

Sono appena ritornato dalla Birmania, un paese stupendo che suggerisco a tutti di vedere almeno una volta nella vita. Alcuni di voi ci sono già stati, per altri è in cima alla lista dei desideri mentre qualcuno non ne ha mai sentito parlare. E' un paese che ha tanto da offrire e da insegnare a chiunque che avrà la fortuna di calpestare le sue verdi terre, di perdersi tra i mille templi di Bagan o passeggiare al tramonto sotto le luci dorate della meravigliosa Shwedagon Pagoda di Yangon. Ma è un paese che ha ancora tanto da imparare. L'inglese, ad esempio, resta un grosso problema per una buona parte della popolazione anche se questa mancanza è compensata da una gentilezza fuori dall'ordinario, alle volte quasi eccessiva ma sempre ben accetta. Questo è uno dei ricordi più belli che porterete via dal Myanmar. E tanto deve ancora imparare sotto il profilo dei diritti umani, nonostante l'attuale leader politico in carica sia una certa Aung San Suu Kyi, importante
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Salviamo la Turtle House di Terzani

Prendete l'ermo colle, tanto caro al buon vecchio Leopardi, immortalato in una delle poesie più belle e conosciute della tradizione italiana e adesso immaginate che ci costruissero sopra un bel centro commerciale. Di quelli enormi, che vanno tanto di moda adesso. Sareste d'accordo? Farebbe piacere a voi, ma sopratutto agli abitanti di Recanati? Non credo proprio. Riuscirebbe semplicemente a distruggere uno dei luoghi più conosciuti d'Italia, eliminando per sempre quell'aria misteriosa e romantica che lo avvolge dal lontano 1820, anno in cui il poeta si rifugiava ai suoi piedi in cerca di ispirazione.  In Thailandia sta accadendo la stessa cosa. Tiziano Terzani, scrittore contemporaneo e grande messaggero di pace, per circa cinque anni visse con la sua famiglia in una piccola casetta di legno a Bangkok, dove scrisse uno dei suoi libri più belli e famosi, "Un indovino mi disse", che adesso rischia di essere inghiottita per sempre dalla "Giungla di cemen

Classifica delle 5 Capitali Europee Più Romantiche

Classifica delle 5 Capitali Europee Più Romantiche              In questo giorno speciale, una rapida lista di destinazioni romantiche che lasceranno un ricordo indelebile nel vostro cuore.  Venezia La città italiana si guadagna indubbiamente il primo posto in questa speciale classifica. Una città adagiata sull’acqua, unica nel suo genere, capace di regalare paesaggi unici e scorci indimenticabili.   Venezia è indiscutibilmente la città dell’Amore, casa di uno dei più grandi amanti della storia Giacomo Casanova. Passeggiare tra i suoi canali, i suoi ponti, i suoi meravigliosi palazzi ricchi di storia è sempre emozionante, specialmente se condiviso con la propria metà, come un giro in gondola sul Canal Grande, o una cena a lume di candela tra le intime stradine della città.         2.   Parigi Secondo posto per la capitale francese, un’altra delle città più romantiche al mondo. La magia che si respira camminando per le sue strade è unica al m

Capitali Europee: Parigi

Il Dalai Lama dice: " Almeno una volta l’anno, vai in un posto dove non sei mai stato prima", e se non siete ancora stati a Parigi, da soli o con la vostra dolce metà, questa è l'occasione giusta per organizzare il vostro viaggio. Se dovessi scegliere una città da vedere almeno una volta nella vita questa sarebbe sicuramente Parigi, la Ville Lumière , un fantastico quanto accurato ritratto della nostra cara e vecchia Europa. Superato il rigore dell'inverno, che rende quantomeno scomodo visitare la capitale francese a causa di vento forte e del freddo gelido che pervade le sue strade, il periodo migliore rimane senz'altro la primavera, quando gli eleganti parchi della città si vestono di colori e profumi che inebrieranno i vostri sensi. Ricca di storia recente e passata, vanta una tradizione culinaria eccellente e riconosciuta in tutto il mondo, per non parlare dei vini e dello champagne capaci di stregare e lasciare senza parole anche i meno esperti. Wo

Conclusione # one week later

In Brasile la chiamano " Saudade" , nostalgia, forse solo adesso posso capire chiaramente di cosa parlano. Ho trascorso cinquantacinque giorni in America Latina, ho visitato ben otto paesi differenti per cultura e tradizioni, ho conosciuto in tutti delle persone fantastiche che porto nel cuore, i miei occhi hanno visto luoghi meravigliosi che auguro a tutti di poter vedere almeno una volta nella vita, ho camminato tanto, ho provato emozioni forti e uniche, alcune impossibili da dimenticare. Ebbene si, nonostante la stanchezza accumulata in due mesi da mochilleros, oramai   abituato a quella atmosfera di gioia e calore umano che si respira nell'aria mentre cammini per la strada, l'idea di tornare in Europa e atterrare a Frankfurt o in qualsiasi altra città, magari in inverno, con la gente presa dalla sua vita e dal suo lavoro, che va avanti per la propria strada senza neanche degnarti di uno sguardo o di un sorriso, un po di malinconia te la mette addosso, indubbiame

Ecuador - Colombia: day #46 - 55

Dopo un altro infinito viaggio in autobus, un'altra dogana attraversata ed un nuovo timbro sul passaporto possiamo finalmente mettere piede nella capitale della, come ci piace chiamarla, Repubblica delle Banane: l'Ecuador. Non so se ci avete mai fatto caso, ma quando vado a fare la spesa nella mia città tutte le banane arrivano dall'Ecuador, non ho mai capito bene il motivo, ma adesso che sono qui voglio proprio provare l'originale. A differenza di quanto pensavo inizialmente a Quito, che si trova sulla linea dell'Equatore, non fa propriamente caldo, anzi, sarà per l'altitudine, ma ci ritroviamo a dover uscire con la felpa. Un'altra curiosità che mi ha lasciato perplesso è che in Equador non esiste una moneta nazionale propria, faccio un esempio, se volete comprare delle banane, una cosa a caso, vi ritroverete a dover pagare con dollari americani, la valuta vigente. A prima vista la città non mi ha particolarmente entusiasmato, ma è anche vero che abbiam

Perú: day #34 - 45

Lasciamo le meravigliose sponde del lago Titicaca  verso sera per spostarci in Perù, culla della civiltà Inca, terra di tradizioni e cultura, buona cucina e nuovi amici. Siamo sempre più vicini alla realizzazione di un sogno tenuto troppo a lungo in un cassetto e che ora sta per vedere la luce. Arriviamo ad Arequipa, la seconda città più grande dello stato, di buon mattino, il sole si riflette nel bianco degli edifici, bandierine bianche e rosse sventolano festose nel cielo mentre nell'aria si avverte una crescente sensazione di vivacità e fermento, come se qualcosa di importante dovesse accadere da un momento all'altro. Passeggiamo distratti per il centro aspettando di incontrare Matia, il francese loco, un volontario Fifa che i ragazzi hanno conosciuto durante il mondiale e che si è fermato in Perù ad aspettare il nostro arrivo. Al momento siamo in cinque, ma per avere lo squadrone al completo per la scalata al Machu Picchu manca ancora un ultimo elemento che ci raggiungerà